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Il volume vuole ricostruire la ricezione di Lucrezio in Francia nel XIX secolo, indagare in che modo si è costruito nel corso dell'Ottocento una sorta di "mito" di Lucrezio e cerca di valutare il posto occupato in questa parabola dall'interpretazione bergsoniana, e in particolare dagli "Extraits de Lucrèce", antologia elaborata dal giovane filosofo francese all'inizio degli anni Ottanta nel periodo di insegnamento ad Angers. Lucrezio suscita nella Francia dell'Ottocento attrazione e repulsione. Affascina per la sua aura malinconica e il senso tragico della vita, ma provoca anche un certo disprezzo per il suo "arido" materialismo. Altri lettori invece, più sensibili alla fisica di Lucrezio, ritrovano nel "De rerum natura" l'alba di un nuovo modo di fare scienza e una prima rappresentazione quantitativa dei fenomeni naturali. Da queste diverse e spesso contrastanti interpretazioni il giovane Bergson prende le distanze, proponendo una lettura più attenta alle oscillazioni del pensiero lucreziano e in cui il poeta e filosofo latino non è appiattito sul presente.